Nell’Italia post-unitaria il reato «politico» ha a lungo goduto – rispetto ai crimini comuni – di maggiori tutele giuridiche, nonché di una certa clemenza dei giudici popolari. Oggi, nel dibattito pubblico, prevalgono sentimenti opposti: un movente ideologico aggrava (anziché ridurre) il biasimo verso i gesti illeciti, magari commessi durante manifestazioni o proteste. Le legittime ragioni dell’ordine rischiano così di oscurare, anziché bilanciare, quelle del conflitto sociale. Portandoci a scordare che quest’ultimo, in democrazia, è anche una risorsa. Preziosa e generativa.