Nei mesi successivi all’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa – di fronte alla potenziale crisi energetica dettata dai repentini cambiamenti negli approvvigionamenti di gas – è sembrata avere davanti a sé due strade (apparentemente) opposte. Un rallentamento della decarbonizzazione, con implicazioni negative in termini di lotta al riscaldamento globale. O invece – in una direzione opposta a livello di attenzione ambientale – un massiccio investimento sulle energie rinnovabili. Che cosa è effettivamente accaduto? A distanza di tre anni, un’analisi ad ampio spettro dei legami tra conflitti, energia e crisi climatica. Senza tralasciare l’interrogativo – purtroppo sempre più urgente – sulla resilienza delle strutture democratiche.