Il Carcere di Evin a Teheran è uno dei simboli della repressione in Iran. Arrestata nel giugno 2019 mentre lavorava alla sua ultima ricerca, la studiosa franco-iraniana riesce a fare della sua detenzione un’esperienza da cui guardare il potere e la società iraniana con le lenti d’analisi dell’antropologia. Una riflessione sulla violenza pervasiva della condizione carceraria, sul significato di raccontarla, e sull’importanza della libertà scientifica anche nelle situazioni in cui molti prediligono la presa di posizione secondo la logica amico nemico, rinunciando all’analisi della complessità.